Perché oggi la lontananza non è più lontana. E’
prossima, transitabile, persino domestica. E’ infatti nelle case, sul monitor
del computer, sul display dei cellulari, nel suono che giunge agli auricolari.
La tecnica del nostro tempo, la tecnica oggi trionfante, è infatti la tecnica
del lontano. L’avverbio greco t ē l e
-lontano– che compare già nei primi poeti greci, va a comporre gli
elementi e gli strumenti della tecnica contemporanea. Telefono, televisione, telematica.
Tutto quel che è lontano –isole, deserti, città, avvenimenti, paesaggi, costumi
di ignote popolazioni- viene oggi verso di noi, bruciando il tempo e lo spazio
della lontananza. Si fa contemporaneo. Si fa superficie,
schermo, suono. Diventa il qui e ora offerto allo sguardo, all’ascolto.
(...) E’ la nostra epoca. Con la ricchezza e l’ambiguità delle sue
forme, dei suoi modi di rappresentazione. Non si tratta di opporre alla tecnica
della lontananza l’arte della lontananza. Si tratta solo di mostrare come
compito del linguaggio –anche del linguaggio che è proprio della tecnica-
è non ridurre lo spessore della lontananza, la ricchezza delle sue varianti, la
profondità delle sue figure, i territori incommensurabili del suo spazio.
Polisomnografía. Cableado y conexiones de dispositivo para una prueba de sueño.
Hospital de Sant Joan Despi Moises Broggi, 2011 |