María Zambrano nel suo libro Los bienaventurados ha descritto la fisionomia interiore di chi vive in questa concreta
condizione d’esilio. Il senso forte dell’orfanità, ad esempio. La presenza dei
padri, della tradizione stessa, è
dissolta. La storia non ti appartiene, hai la sensazione di galleggiarci sopra:
una storia acquatica, sfuggente, che non ti sostiene. L’esperienza dello
sradicamento rende l’esiliato incline alla visione: questa disposizione è, allo
stesso tempo, distrazione, “divertissement” interiore, attitudine malinconica e
ricerca di una prossimità al linguaggio, ai suoi confini.